[Ri]Tornare
427
post-template-default,single,single-post,postid-427,single-format-standard,stockholm-core-2.3.3,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-9.4,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_menu_,wpb-js-composer js-comp-ver-6.9.0,vc_responsive

[Ri]Tornare

Ri]Tornare progetto di Niccolò Masini, Giulia Crispiani e Luca Carboni

 

salaDOGANA 25 ottobre | 11 novembre 2018

PALAZZO DUCALE / GENOVA

 

INAUGURAZIONE GIOVEDI’ 25 ottobre H.18
ORARIO APERTURA 15|20 dal martedì alla domenica

 

La mostra [Ri]Tornare è una riflessione sul tema del ritorno. Tornare significa avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti o da cui ci si era allontanati, rientrare o rimettersi nel luogo da dove si era venuti. Si torna a casa da un viaggio, dopo un’assenza più o meno lunga, si riprende la propria attività.

[Ri]tornare è sinonimo di tornare ma meno comune nell’uso familiare, enfatizza l’intervallo di assenza e può implicare una ripetizione. Si ritorna su una questione, o si ritorna in sé. Si ritorna dove si è già stati, spesso con l’idea di periodicità. Ritornare significa anche restituire, intercalare e riprendere.

Se Giulia Crispiani presenta un trittico-tributo a delle figure fondanti del femminismo italiano, Luca Carboni delinea un campo di ricerca storico/geografica allo scopo di sviluppare una lettura critica della relazione fra la Sardegna, le sue coste e il contesto mediterraneo contemporaneo; i lavori di Niccolò Masini invece investigano la natura stessa del concetto di temporalità, presentati attraverso una dimensione specifica, essi tentano di incorporare esperienze passate e future.

Il tentativo è quello di analizzare il concetto di luogo fisico inteso come estensione dello spazio nell’asse temporale, secondo un’immaginaria cadenza cronologica entro la cui cornice ognuno dei lavori presentati appresta una griglia interpretativa per lo sguardo specifico di ogni singolo artista.

Lo spazio, condizionato sempre più da una dimensione temporale accelerata, è ad oggi dimensione emblematica della capacità stessa di auto-comprensione: «viviamo in un momento in cui il mondo si sperimenta, credo, più che come un grande percorso che si sviluppa nel tempo, come un reticolo che incrocia dei punti e che intreccia la sua matassa» (Foucault, 1994).

Consapevoli che la mobilità sia un privilegio confinato a determinati soggetti e geografie, è necessario porsi delle domande per far sì che l’idea di ritorno risulti scevra di romanticismi: che cosa spinge ad andarsene e cosa stimola il desiderio di ritorno? In che modi si possono attivare esperienze e competenze, sviluppate in anni di studio e vita in contesti e condizioni differenti rispetto alle realtà da cui si è partiti e in cui si torna? Benché l’asse del ritorno si sviluppi, idealmente, lungo una direttrice passato-futuro, cosa significa rifiutare questa dualità, e la conseguente idea di progresso, in favore di una lettura che superi la tentazione di trovare facili soluzioni in un passato perduto da recuperare, o in un futuro inedito da conquistare?

I lavori degli artisti in mostra, sviluppati lungo tematiche indipendenti e parallele, secondo le diverse pratiche artistiche, si pongono come passo intermedio verso la costruzione di un percorso che possa trovare momenti comuni di inserimento e impegno nelle varie realtà di appartenenza,con uno sguardo al tempo stesso locale e forestiero.

Niccolò Masini, Giulia Crispiani e Luca Carboni sono nati e cresciuti in Italia. Dopo un primo percorso di formazione universitaria, decidono di continuare gli studi all’estero. Si incontrano alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, dove parallelamente completano percorsi separati, ottenendo un diploma di laurea nel 2015. Dopo varie altre esperienze e percorsi di formazione internazionali, più o meno contemporaneamente maturano la decisione di tornare a vivere e lavorare in Italia.

https://www.facebook.com/events/289411291891347/